lunedì 11 maggio 2015

Per una diversa visione di democrazia...





Ho appena votato per la prima volta presso il seggio elettorale dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna, di cui faccio parte come pubblicista. Appena sono arrivato ho pagato la tassa annuale e mi sono recato al seggio dove mi è stata porta la scheda elettorale.
Mentre mi accingo a scrivere, subito una segretaria mi propone un nome da votare come revisore dei conti, al che io le ho chiesto cosa intendesse esattamente, e lei mi ha risposto che, se volevo, potevo votare quel nome. Al che io le ho detto: “Mi sta dando un’indicazione di voto?”. Lei risponde: “Sì, se vuole”. Ok! La mia attenzione si rivolge di nuovo alla scheda elettorale e con mia sorpresa non ci sono da apporre solo due nomi (me ne ero erroneamente preparati solo due) ma tre, quindi chiedo agli scrutatori la lista ufficiale dei candidati (che dovrebbe comprendere, in questo caso, tutti i pubblicisti), ma essi mi hanno risposto che non ve n’era e mi hanno passato un bigliettino un po’ sgualcito dove c’era scritto: “Per il consiglio direttivo: Priamo Tolu, Gianmario Sias, Mario Girau. Per il revisore dei conti: Francesco Fiori”.
Quindi ho chiesto agli scrutatori se questi erano i candidati 'ufficiali', e quasi tutti mi hanno risposto che si erano candidati solo loro. Ho terminato la mia votazione e ho inserito la scheda nell’apposita scatola. Ho salutato e me ne sono andato. Appena ho messo piede fuori dalla sede dell’Ordine ho chiamato un collega e gli ho chiesto se tutto questo era normale e lui mi ha risposto che è sempre stato così. Io gli ho detto che avrei scritto per far conoscere questa situazione e lui mi ha risposto che non me lo avrebbe pubblicato nessuno. Allora ho deciso di scrivere per raccontare la mia prima giornata di voto all’Ordine dei giornalisti della Sardegna. Mentre sedevo in macchina mi sono venute in mente le parole del presidente uscente, Filippo Peretti, in occasione della relazione di fine mandato: “La crisi sta indebolendo il sistema complessivo dell’informazione, spetta innanzitutto ai giornalisti il compito di difendere e rafforzare l’autonomia e il ruolo di una professione essenziale in un sistema democratico”.
Allora ho pensato che il miglior modo per difendere e rafforzare l’autonomia e il ruolo del giornalisti sarebbe innanzitutto quello di eleggere normalmente chi assume il compito di dirigere l’Ordine, in questo caso a livello regionale. Se le elezioni non vengono eseguite a norma di legge, e quindi non viene eletto democraticamente il direttivo dell’Ordine, difficilmente si potrà parlare di “sistema democratico”, tanto meno di difesa e rafforzamento del ruolo di giornalista.

4 commenti:

fabrizio congiu ha detto...

http://www.blogosocial.com/elezioni-ordine-giornalisti-candidato/

fabrizio congiu ha detto...


Gentile Fabrizio, le scrivo per manifestarle tutta la mia solidarietà circa i fatti accaduti durante le votazioni all'Ordine dei giornalisti. Io sono iscritto da tanto tempo e da sempre non ho visto che brogli durante le elezioni. Tutti sanno ma hanno paura.
Il nostro Ordine regionale purtroppo non conosce la trasparenza e i metodi d'azione sono sempre molto discutibili (elezioni, iscrizioni, etc.).

Parliamo delle quote? Nessuno dice che ci vengono fatte pagare non solo le quote dell'Ordine ma anche, con l'inganno, quelle del sindacato.Un imbroglio!! Non si può pagare con il bancomat o con un bonifico, perché c'è questo raggiro. Nei siti non c'è una indicazione sulle quote e nemmeno un bilancio. Gli organi dirigenti sono conniventi con questo malcostume.
Hanno aumentato di 10 euro la quota annuale di iscrizione all'Ordine dicendo che era per il finanziamento dei corsi di formazione ma a me è stato detto che questi sono interamente pagati da Roma. Ma allora?

Mi auguro che il suo coraggio, gentile Fabrizio, la sua denuncia, non le crei conseguenze: sono noti i metodi mafiosi usati contro chi osa fare domande o segnalare abusi o storture di Ordine e Sindacato.

Segnali subito ai colleghi giornalisti e alla stampa (quella onesta) eventuali rappresaglie nei suoi confronti da parte dell'Ordine. Questa sua denuncia temo non le sarà perdonata. Si prepari a tutto, la macchina del fango è arma ben conosciuta all'Ordine.

La ringrazio ancora per la sua onestà e coraggio. Le auguro tutto il bene possibile. Speriamo si moltiplichino le persone coraggiose e oneste come lei.

fabrizio congiu ha detto...

http://www.blogosocial.com/liberta-di-stampa-e-giornalismo-di-periferia/

Fabrizio Congiu ha detto...

Ho fatto una cosa che mi sembra(va?) profondamente giusta, e cioè raccontare quello che ha vissuto un normale cittadino italiano ad una “normale” fase elettiva di un gruppo legalmente riconosciuto, ma mi son trovato solo. Ora questa lettera di questo collega mi da un po’ di luce. Avevo quasi deciso dentro di me di dimettermi dall’Albo, perché non posso stare in un posto dove le cose che non vanno bene non cambiano o non interrogano chi c’è dentro. Proprio i giornalisti, che dovrebbero essere i professionisti della domanda, dell’indagine, della riflessione…non si chiedono cosa può cambiare in questo sistema così incancrenito proprio a partire dalle elezioni? Può un Ordine così rispettabile permettere che le elezioni si svolgano in questa maniera, e cioè senza che tutti abbiano diritto al voto e con i bigliettini già pronti all’interno del seggio? Sinceramente e senza nessuno spirito di polemica penso ai giovani (quale io sono): può un giovane accostarsi a questo tipo di meccanismo? Bisogna accettare che tutto si svolga in questo modo così “baronico”? I giovani da sempre portano l’entusiasmo, che con queste modalità viene cassato perché “si è sempre fatto così” o perché “tanto le cose non cambieranno mai”. La campagna elettorale, anche in un Ordine regionale di giornalisti, deve essere avvincente, deve accendere gli animi soprattutto dei più giovani. I più anziani (per età o per professione) devono trovare il modo migliore di coinvolgere i giovani al mestiere che loro amano, o dovrebbero amare, e trasmettere loro quella passione che probabilmente li ha caratterizzati anche nella loro gioventù. Mi chiedo ancora: ma se le elezioni politiche, amministrative o di un altro importante (o meno) organo legalmente riconosciuto si svolgessero nel modo in cui si sono svolte queste ultime dell’Ordine regionale, forse che fior fior di giornalisti non avrebbero riempito paginoni gridando allo scandalo?

Grazie Alessandro, son contento che ci sia qualcun altro con un diverso concetto di democrazia e trasparenza.